Dialogo con Davide Sesti – Alla scoperta dell’arte di “creare insieme”
A cura di Gianni Faccin – Redazione Libellula –
Davide ci accompagna da pochi mesi in qualità di collaboratore nelle relazioni d’aiuto. Con la nostra Associazione ha svolto e svolge attività spesso poco appariscenti giacché vengono svolte sottotraccia come si può arguire. In ogni caso la nostra collaborazione è divenuta stabile e promette bene per il futuro. Una interessante iniziativa nasce dalla sua creatività: Insieme per creare, come dalla locandina sotto evidenziata.
Quindi, diventa importante conoscere un po’ meglio questo creativo che faciliterà incontri speciali in un mese in cui molte persone si trovano sole, emarginate o dedite a ben altro.
Redazione: Davide presentati in breve
Davide: Mi chiamo Davide Sesti, abito a Isola Vicentina, ho 49 anni, ho il diploma di Perito commerciale e Ragioniere programmatore, come attività principale svolgo la professione di tecnico informatico programmatore di PC, e mi avvio a diplomarmi come Counselor Psicodinamico …
R.: Ma c’é dell’altro, giusto?
D.: Assolutamente sì. Sto studiando presso la Facoltà di Psicologia a Padova. Suono la chitarra elettrica hard rock e amo leggere e scrivere.
R.: Quali sono letture preferite?
D.: Un po’ di tutto, dai romanzi – di qualsiasi tipo basta che siano avvincenti – ai saggi di antropologia, psicoanalisi, filosofia, sociologia, economia, ecc.
R.: Ed inoltre scrivi …
D.: Certo. Negli ultimi tempi ho riscoperto il piacere di scrivere. Sì, dico riscoperto perché in gioventù, prima dei vent’anni, scrivevo moltissime poesie – che non ho mai pubblicato ma che a suo tempo mi avevano fruttato un paio di riconoscimenti scolastici letterari – e prima ancora, da bambino mi perdevo a scrivere un’infinità piccoli racconti di fantasia. Di recente ho pubblicato un libro molto particolare che è presente nella libroteca Librarsi Liberi a Poleo.
R.: Quindi sono queste le tue passioni …
D.: Sì, ma amo anche altro come la musica, il cinema d’autore e la buona cucina …
R.: Da qualche tempo hai iniziato a collaborare con l’Associazione Libellula, come è iniziato?
D.: L’inizio è da collegare al mio ingresso di circa un anno fa in un progetto prossimo a Libellula, mi riferisco a Dimmitiascolto. Sono entrato in contatto con questa realtà che mi ha subito affascinato, sia per la sua mission specifica e ben delineata, sia per il suo coraggio di offrire un servizio di counseling di alto profilo e fatto con passione a persone di ogni tipo e di qualsiasi estrazione sociale ed etnica, con un occhio di riguardo per i meno abbienti. E anche uno spazio in cui ci si può confrontare liberamente con gli altri counselor o semplici operatori e allo stesso tempo dove si riesce a lavorare più che bene. Devo dire francamente: mi piace!
R.: Dalle tue parole traspare che la relazione d’aiuto (mediante il counseling) rappresenta una tua grande passione.
D.: Verissimo!
R.: Cos’è dal tuo punto di vista il counseling?
D.: Innanzitutto è rispetto, è una modalità per esprimere liberamente il mio rispetto per l’altro, un modo non convenzionale e non stretto dentro i soliti e diffusi schemi che conosciamo tutti. E il primo rispetto tangibile passa attraverso l’ascolto, l’ascolto attento e partecipe, l’ascolto direi quasi amorevole, o comunque ben disposto e positivo nei confronti di chi mi parla e mi porta i suoi problemi, i suoi dolori e i suoi ricordi più dolorosi, la sua vita, a volte anche le sue gioie più sincere, anche questo spieghiamoci! C’è chi condivide anche le sue esperienze più belle. È una modalità di condivisione e di aiuto che difficilmente si può trovare in giro, nella quotidianità, nella nostra quotidianità dilaniata dalla violenza, dall’indifferenza e dalla stupidità. È insomma uno spazio di recupero della propria umanità, non solo per chi riceve aiuto ma anche per chi lo dà.
R.: Di recente hai deciso di offrire con la nostra Associazione iniziative per trovare il senso del gruppo e della creatività. “Insieme per creare” è il progetto che proponiamo insieme alla collettività. Quali sono le finalità?
D.: In questo percorso ricorro alla mia esperienza e ai miei studi sulla “psicodinamica”. Si tratta di un micro-progetto che vuole offrire proprio in un periodo nel quale tutti pensano o penserebbero ad altro un’opportunità: quella di mettersi in gioco insieme ad altri. Insieme (il gruppo) per creare (costruire qualcosa di bello e nuovo innanzitutto per ognuno di noi).
R.: T i puoi spiegare meglio?
D.: Si tratta di un’occasione in cui ogni persona possa esprimere la propria creatività, la voglia di disegnare, di scrivere o di raccontare, mettendosi in gioco assieme agli altri! Ci sarà così un confronto basato sulla libera espressione personale ed artistica, tirando fuori quella capacità di creare che tutti noi abbiamo, tutti noi possediamo, anche solo come sogno segreto lasciato nel cassetto, ma che trova la sua più ampia e grande realizzazione quando diventa una via, un mezzo, un’opportunità per un confronto con l’altro, per crescere assieme e non più da soli.
R.: Davide accenna ad un esempio …
D.: Quando leggere un brano vibrante di passione ci fa risuonare tutti all’unisono, o scrivere un mito, una storia – anche la propria storia – è la porta che ci spalanca ad altri mondi, ad altri sentimenti, ad emozioni che solo l’altro può rispecchiarci e infonderci… quando disegnare o dipingere è un atto di socialità unica che non trova eguali negli altri modi di relazionarsi.
R.: Bene. Grazie Davide e buon lavoro.
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Immagini a cura di Pixabay e a cura di Davide Sesti
